"…la dottrina è infallibile, è a causa del fatto che essa è un’espressione della verità, la quale, in se stessa, è assolutamente indipendente dagli individui che la ricevono e che la comprendono. La garanzia della dottrina risiede in definitiva nel suo carattere «non-umano»". René Guénon, Considerazioni sull’iniziazione, cap. "Sull’infallibilità tradizionale"

mercoledì 28 febbraio 2018

Gian Giuseppe Filippi, Il Serpente e la Corda - II Parte - 17. Commento al “Tattvamasi” di Śaṃkarācārya (IV)

Gian Giuseppe Filippi
Il Serpente e la Corda

I Parte
La prima parte de Il Serpente e la Corda si trova nel blog QUI.
II Parte
Commento al Tattvamasi di Śaṃkarācārya

II Parte

17. Commento al “Tattvamasi”  di Śaṃkarācārya (IV)
56. La conoscenza intesa come strumento dell’azione di conoscere, è applicabile all’intelletto e non al Sé, poiché non esiste uno strumento senza un agente che lo utilizzi. La medesima parola “conoscenza” non può nemmeno essere applicata al Sé quando con essa s’intende l’oggetto dell’azione di conoscere.57. Il Sé non può mai essere conoscibile né può essere indicato direttamente con parole [verbi], essendo, com’è, eternamente immutabile, libero da sofferenza e piacere, e assolutamente Uno.

lunedì 26 febbraio 2018

Gian Giuseppe Filippi, Il Serpente e la Corda - II Parte - 16. Commento al “Tattvamasi” di Śaṃkarācārya (III)

Gian Giuseppe Filippi
Il Serpente e la Corda

I Parte
La prima parte de Il Serpente e la Corda si trova nel blog QUI.
II Parte
Commento al Tattvamasi di Śaṃkarācārya

II Parte

16. Commento al “Tattvamasi” di Śaṃkarācārya (III)
37. Interrompiamo qui la discussione sulle diverse dottrine circa l’anima in trasmigrazione, e torniamo all’argomento principale. Il riflesso della faccia nello specchio non è attributo né della faccia né dello specchio, perché se fosse attribuito alla faccia o allo specchio, continuerebbe a essere presente nell’uno o nell’altro anche quando i due fossero separati.

sabato 24 febbraio 2018

Gian Giuseppe Filippi, Il Serpente e la Corda - II Parte - 15. Commento al “Tattvamasi” di Śaṃkarācārya (II)

Gian Giuseppe Filippi
Il Serpente e la Corda

I Parte

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II Parte
Commento al Tattvamasi di Śaṃkarācārya

II Parte

15. Commento al “Tattvamasi” di Śaṃkarācārya (II)

19. Risposta del vedāntin: Non è affatto così, perché la vetta delle Upaniṣad è il “Neti neti” e nient’altro. Nella prima parte della śruti l’argomento tratta dei risultati che si ottengono per mezzo delle azioni rituali, ma non della Liberazione che è l’Esistenza eterna non raggiungibile con i mezzi dell’azione. 

venerdì 23 febbraio 2018

Guénon René, Considerazioni sull'Iniziazione - XXVII - Nomi profani e nomi iniziatici

Guénon René
Considerazioni sull'Iniziazione

XXVII - Nomi profani e nomi iniziatici

Parlando precedentemente dei diversi generi di segreti di tipo più o meno esteriore che possono esistere in certe organizzazioni, iniziatiche o no, abbiamo menzionato fra gli altri il segreto che si riferisce ai nomi dei loro membri; e può di fatto sembrare – a prima vista – che sia un segreto da classificare fra le semplici misure di precauzione destinate a proteggere se stessi contro i pericoli che possono derivare da eventuali nemici, senza che sia necessario cercare ragioni più profonde.

giovedì 22 febbraio 2018

Gian Giuseppe Filippi, Il Serpente e la Corda - II Parte - 14. Commento al “Tattvamasi” di Śaṃkarācārya (I)

Gian Giuseppe Filippi
Il Serpente e la Corda

I Parte

La prima parte de Il Serpente e la Corda si trova nel blog QUI.
II Parte
Commento al Tattvamasi di Śaṃkarācārya

II Parte

14. Commento al “Tattvamasi” di Śaṃkarācārya (I)

Dedichiamo questa seconda parte alla traduzione e commento del capitolo XVIII dell’Upadeśa Sāhasrī, intitolato “Tattvamasi”. L’Upadeśa Sāhasrī è l’unico testo, assieme ai commenti ai Prasthāna Traya, incontestabilmente attribuito a Śaṃkara Bhagavadpāda.

mercoledì 21 febbraio 2018

Guénon René, Considerazioni sull'Iniziazione - XXVI - Sulla morte iniziatica

Guénon René
Considerazioni sull'Iniziazione

XXVI - Sulla morte iniziatica

Un’altra delle  questioni che, come quella delle prove, sembrano essere scarsamente comprese dalla maggioranza di quei nostri contemporanei che hanno la pretesa di trattare di queste cose, è quella della cosiddetta «morte iniziatica»; ci è infatti frequentemente capitato di imbatterci, a questo proposito, in un’espressione come quella di «morte fittizia», espressione che testimonia dell’incomprensione più completa delle realtà di quest’ordine.

lunedì 19 febbraio 2018

Guénon René, Considerazioni sull'Iniziazione -XXV - Sulle prove iniziatiche

Guénon René
Considerazioni sull'Iniziazione

XXV - Sulle prove iniziatiche

Affronteremo ora la questione di quelle che vengono chiamate le «prove» iniziatiche, le quali in fondo non sono che un caso particolare dei riti di questo tipo, ma un caso abbastanza importante perché meriti di essere trattato a parte, tanto più che anch’esso dà luogo a non poche concezioni sbagliate; la parola stessa «prove», di cui ci si serve sotto molteplici significati, entra probabilmente per qualcosa in questi equivoci, a meno che, forse, alcune delle accezioni che ha assunto correntemente non derivino già da precedenti confusioni, cosa che è del pari possibilissima. 

domenica 18 febbraio 2018

'Abd Al-Qâdir al-Jazâ'irî, L’associazionismo come rifiuto dell’unicità dell’esistenza (Mawqîf 88)

'Abd Al-Qâdir al-Jazâ'irî
L’associazionismo come rifiuto dell’unicità dell’esistenza* 

*Mawqîf 88

Dio ha detto:
“Dì: cosa vi sembra? Se vi giungesse il castigo di Dio o l’Ora, se siete veritieri invochereste qualcun altro che Allah? Ma no! È Lui che invochereste; Egli svelerà se vorrà ciò per cui voi L’invocate e dimenticherete quel che Gli avete associato”[1].

sabato 17 febbraio 2018

Guénon René, Considerazioni sull'Iniziazione - XXIV - La preghiera e l’incantazione

Guénon René
Considerazioni sull'Iniziazione

XXIV - La preghiera e l’incantazione

Abbiamo appena visto che vi sono casi in cui la distinzione fra le due sfere exoterica ed esoterica non appare in maniera molto netta a causa del modo particolare in cui sono costituite certe forme tradizionali, modo che mantiene una sorta di continuità fra l’una e l’altra; ci sono invece altri casi nel quali tale distinzione è perfettamente netta, e così è in particolare quando l’exoterismo rivesta la forma specificamente religiosa. 

venerdì 16 febbraio 2018

Paolo Urizzi, I fattori della Sintesi trascendente - 2/2


Paolo Urizzi
I fattori della Sintesi trascendente
Prefazione a Ibn ‘Arabî, Il libro del Sé divino (Kitâb al-yâ’ wa Huwa kitâb al-Huwa)
Parte 2/2

Le considerazioni finali sono d’una portata fondamentale sul piano epistemologico perché da esse si evince che, pur essendo il Sé una realtà d’immediata percezione dal momento che accompagna ogni attività dell’intelletto (pratibodha-mâtrah)[1], quel che diviene “oggetto” della conoscenza che abolisce l’ignoranza (avidyâ-nivritta) non è il Testimone in quanto tale, bensì il riflesso della Coscienza sopra-individuale (cidâbhâsa) nell’intelletto (buddhi, il nous).

giovedì 15 febbraio 2018

Guénon René, Considerazioni sull'Iniziazione - XXIII - Sacramenti e riti iniziatici

Guénon René
Considerazioni sull'Iniziazione

XXIII - Sacramenti e riti iniziatici

Abbiamo detto in precedenza che i riti religiosi e i riti iniziatici appartengono a categorie essenzialmente diverse e non possono avere lo stesso scopo, cosa che deriva necessariamente dalla distinzione delle due sfere, exoterica ed esoterica, con le quali hanno rispettivamente rapporto; se tra gli uni e gli altri si originano confusioni nella mente di qualcuno, sono confusioni dovute anzitutto al disconoscimento di questa distinzione, e possono anche essere in parte provocate dalle rassomiglianze che nonostante tutto tali riti presentano, per lo meno nelle loro forme esteriori, rassomiglianze che possono ingannare coloro che osservano le cose soltanto «dall’esterno».

mercoledì 14 febbraio 2018

Paolo Urizzi, I fattori della Sintesi trascendente - 1/2


Paolo Urizzi
I fattori della Sintesi trascendente
Prefazione a Ibn ‘Arabî, Il libro del Sé divino (Kitâb al-yâ’ wa Huwa kitâb al-Huwa)
Parte 1/2


Il presente opuscolo, pur nella sua brevità, è notevole sotto molti riguardi e lo stesso Shaykh al-Akbar ci avverte: «Studia attentamente questo libro, poiché per suo tramite ti appaiono brillanti numerosi segreti elevati che gli Uomini di questa Via hanno [sempre] celato»[1].

lunedì 12 febbraio 2018

Guénon René, Considerazioni sull'Iniziazione - XXII - Il rifiuto dei «poteri»

Guénon René
Considerazioni sull'Iniziazione

XXII - Il rifiuto dei «poteri»

Dopo aver fatto vedere quale ridotto interesse presentino in realtà i cosiddetti «poteri» psichici, e la totale assenza di un rapporto tra il loro sviluppo e una realizzazione spirituale o iniziatica, dobbiamo ancora, prima di abbandonare l’argomento, insistere sul fatto che – in previsione di una simile realizzazione – non soltanto essi sono indifferenti e inutili, ma addirittura veramente nocivi nella maggioranza dei casi.

sabato 10 febbraio 2018

René Guénon Considerazioni sull'Iniziazione - XXI - Sul cosiddetti «poteri» psichici

René Guénon
Considerazioni sull'Iniziazione

XXI - Sul cosiddetti «poteri» psichici

Per concludere sull’argomento della magia e sulle cose di questo tipo, ci resta ancora da trattare di una questione, quella dei cosiddetti «poteri» psichici, questione che del resto ci riconduce più direttamente all’iniziazione, o piuttosto agli errori che si commettono al suo riguardo, giacché, come abbiamo detto all’inizio, c’è qualcuno che le attribuisce espressamente come obiettivo «lo sviluppo dei poteri psichici latenti nell’uomo». 

venerdì 9 febbraio 2018

Chiara Casseler, Il digiuno rituale nell’Islâm: un pilastro della fede

Chiara Casseler
Il digiuno rituale nell’Islâm: un pilastro della fede

«O voi che credete! Vi è prescritto il digiuno, come fu prescritto a coloro che furono prima di voi – che voi possiate essere timorati [di Dio]!». (Cor. 2:183)


Il digiuno è uno dei cosiddetti cinque pilastri (arkân) dell’Islâm, ossia è un atto rituale fondante della fede, per cui è obbligatorio per ogni credente musulmano.


giovedì 8 febbraio 2018

René Guénon Considerazioni sull'Iniziazione - XX - A proposito di «magia cerimoniale»

René Guénon
Considerazioni sull'Iniziazione

XX - A proposito di «magia cerimoniale»

Per completare quel che è stato detto sulle cerimonie e sulle loro differenze con i riti, prenderemo ancora in considerazione un caso speciale di esse, caso che abbiamo intenzionalmente lasciato da parte finora: tale caso è quello delle «cerimonie magiche», e anche se esso è certamente al di fuori dell’argomento principale del nostro studio, non crediamo inutile trattarne un po’ dettagliatamente perché la magia è, come già abbiamo detto, qualcosa che dà luogo a buona parte degli equivoci creati e mantenuti, riguardo all’iniziazione, da una folla di pseudo-iniziati d’ogni tipo; inoltre, il termine «magia» è oggi continuamente applicato, a ragione e a torto, alle cose più diverse, e a volte senza il minimo rapporto con quel che realmente indicherebbe. 

mercoledì 7 febbraio 2018

'Abd Al-Qâdir al-Jazâ'irî, Della doppia natura del servitore (Mawqîf 309)

'Abd Al-Qâdir al-Jazâ'irî
Della doppia natura del servitore

Mawqîf 309

Il nostro Maestro [Muhyî al-Dîn] ci ha lasciato questo versi:
Il Signore è Dio (letteralmente: Verità, Haqq); così il servitore.Posso dunque sapere a chi incombono queste prescrizioni?Al servitore? Questi non è che un morto.Al Signore? Come potrebbe esserGli assoggettato?

lunedì 5 febbraio 2018

René Guénon Considerazioni sull'Iniziazione - XIX - Riti e cerimonie

René Guénon
Considerazioni sull'Iniziazione

XIX - Riti e cerimonie

Dopo aver chiarito, per quanto era possibile fare, le principali questioni riferentisi alla vera natura del simbolismo, possiamo ora riprendere l’esame dei riti; su questo argomento, ci incombe ancora di dissipare alcune inopportune confusioni. 

domenica 4 febbraio 2018

Meister Eckhart, Implentum est tempus Elizabeth

Meister Eckhart
Implentum est tempus Elizabeth

Il tempo di Elisabetta si compì, ed ella mise al mondo un figlio. Giovanni è il suo nome.

sabato 3 febbraio 2018

René Guénon Considerazioni sull'Iniziazione - XVIII -Simbolismo e filosofia

René Guénon
Considerazioni sull'Iniziazione

XVIII -Simbolismo e filosofia

Se il simbolismo è, come abbiamo spiegato poco fa, essenzialmente inerente a tutto ciò che presenta un carattere tradizionale, esso è anche, nello stesso tempo, uno dei tratti per cui le dottrine tradizionali, nel loro insieme (giacché questa considerazione si applica ugualmente alle due sfere esoterica ed exoterica), si distinguono, in qualche modo a prima vista, dal pensiero profano, al quale il simbolismo è totalmente estraneo, e ciò in modo necessario, perché esso traduce propriamente qualcosa di «non-umano» che in tal caso non può assolutamente esistere.

venerdì 2 febbraio 2018

Ibn ‘Arabi, La conoscenza della volontà (irâdah) - (Al-Futûhâtu-l-Makkiyyah cap. 226)

IbnArabi
La conoscenza della volontà (irâdah)

(Al-Futûhâtu-l-Makkiyyah cap. 226)

La volontà (irâdah)[1] per gli iniziati (qawm) è un tormento (law’ah) che prova l’aspirante (murîd) in questa via (tarîqah) e che si frappone tra lui e ciò che gli vela il suo obiettivo[2].